Il problema del fumo passivo in condominio è una questione sempre più discussa, soprattutto per i suoi effetti sulla salute e per le tensioni che può creare tra i condòmini. Le aree comuni, i balconi e persino gli appartamenti confinanti possono essere soggetti al fumo passivo, sollevando dubbi su come gestire il fenomeno nel rispetto dei diritti di tutti.

COSA DICE LA LEGGE SUL FUMO PASSIVO?

Attualmente, non esiste una normativa nazionale che vieti il fumo negli spazi privati come appartamenti o balconi di un condominio. Tuttavia, il fumo passivo, ovvero l’esposizione involontaria al fumo di tabacco da parte di non fumatori, è riconosciuto come pericoloso per la salute, con comprovati effetti negativi soprattutto su bambini, anziani e soggetti con problemi respiratori. La legge n. 3 del 2003, nota come Legge Sirchia, ha vietato il fumo nei luoghi pubblici e in quelli chiusi di uso comune, come bar, ristoranti, uffici e mezzi di trasporto, ma non si estende agli ambienti privati, inclusi quelli condominiali. Tuttavia, è importante notare che il Codice Civile, in particolare l’articolo 844, vieta le “immissioni” (come fumi, odori o rumori) che superano la normale tollerabilità. Questo principio può essere applicato anche al fumo passivo in condominio, in particolare quando questo penetra nelle abitazioni altrui o nelle aree comuni.

 

FUMO PASSIVO NEI BALCONI E NELLE AREE COMUNI

Uno dei contesti più problematici è rappresentato dai balconi. Sebbene un balcone sia considerato proprietà privata, il fumo può facilmente diffondersi agli appartamenti adiacenti o soprastanti, creando disagi per chi vive nelle vicinanze. Le lamentele più frequenti riguardano il fumo che entra dalle finestre o balconi vicini, rendendo difficile arieggiare l’appartamento o usufruire degli spazi esterni senza essere esposti al fumo. Anche le aree comuni come l’atrio, il giardino condominiale o i cortili sono spesso al centro di conflitti. Questi spazi, essendo destinati all’uso di tutti i condòmini, possono diventare punti di attrito se non vi sono regole chiare sul fumo. Se un condòmino fuma in queste aree, il fumo può infastidire o danneggiare la salute degli altri residenti, creando una potenziale fonte di controversie.

 

DIRITTI DEI FUMATORI E DEI NON FUMATORI

Il diritto al fumo e il diritto alla salute devono trovare un equilibrio in condominio. Da un lato, chi fuma ha il diritto di farlo all’interno della propria abitazione o in spazi privati come il balcone, purché non causi disagi eccessivi agli altri condòmini. Dall’altro, chi subisce il fumo passivo in condominio ha il diritto di vivere in un ambiente salubre, libero da fumi nocivi che possano compromettere la propria salute. In questo contesto, l’articolo 844 del Codice Civile gioca un ruolo chiave. Questo articolo stabilisce che le immissioni di fumo o odori da una proprietà a un’altra sono consentite solo se rimangono entro i limiti della “normale tollerabilità”. Se un non fumatore ritiene che il fumo passivo proveniente dall’appartamento o dal balcone di un vicino stia superando questi limiti, può agire per vie legali, chiedendo al giudice di intervenire per limitare l’immissione di fumo. In alcuni casi, tribunali italiani hanno dato ragione ai non fumatori, stabilendo che il fumo passivo in condominio proveniente da altre abitazioni condominiali costituisse un superamento della normale tollerabilità. Pertanto, è possibile che un giudice ordini la cessazione o la limitazione del comportamento da parte del fumatore.

 

RUOLO DELL’AMMINISTRATORE CONDOMINIALE NELLA GESTIONE DEL FUMO PASSIVO IN CONDOMINIO

L’amministratore condominiale gioca un ruolo importante nella gestione dei conflitti relativi al fumo passivo. Anche se non esistono regolamenti condominiali standard che vietano il fumo, l’amministratore può intervenire in diversi modi per gestire la questione in modo pacifico ed efficace:

  1. Proporre regole condominiali: L’assemblea condominiale può deliberare di regolamentare il fumo nelle aree comuni, come cortili, giardini o ingressi, al fine di evitare disagi ai non fumatori. Questo può includere la designazione di aree fumatori o il divieto di fumare in zone specifiche.
  2. Mediazione tra le parti: Quando sorgono conflitti tra fumatori e non fumatori, l’amministratore può svolgere un ruolo di mediatore, cercando di trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti senza necessariamente dover ricorrere a vie legali.
  3. Sensibilizzazione: L’amministratore può promuovere la sensibilizzazione sui danni del fumo passivo in condominio, invitando i condòmini a comportamenti rispettosi, come evitare di fumare sui balconi quando le finestre degli appartamenti vicini sono aperte o fumare in spazi meno frequentati dalle famiglie con bambini o anziani.
  4. Applicazione del regolamento condominiale: Se nel regolamento condominiale è già previsto il divieto di fumare in determinate aree comuni, l’amministratore deve vigilare affinché tale regola venga rispettata, potendo applicare sanzioni in caso di infrazioni.
  5. Monitoraggio delle immissioni: Se il problema persiste e i non fumatori ritengono che il fumo passivo in condominio costituisca una vera e propria “immissione nociva”, l’amministratore può consigliare il ricorso a una perizia tecnica per valutare l’effettiva gravità del problema e presentare i risultati all’assemblea o, in caso di contenzioso, al giudice.

 

SUGGERIMENTI PER UNA CONVIVENZA PACIFICA RIGUARDO AL FUMO PASSIVO IN CONDOMINIO

Per evitare che il fumo passivo diventi un problema conflittuale in condominio, è fondamentale promuovere il dialogo e il rispetto reciproco. Alcuni suggerimenti per una convivenza serena possono includere:

  • Per i fumatori: cercare di fumare in spazi ben ventilati e lontani dalle finestre o dalle zone frequentate dagli altri condòmini. Inoltre, spegnere le sigarette in contenitori adeguati ed evitare che i mozziconi finiscano negli spazi comuni o sui balconi dei vicini.
  • Per i non fumatori: segnalare eventuali disagi in modo civile e rispettoso, cercando un dialogo costruttivo prima di intraprendere azioni più formali.

 

FUMO PASSIVO IN CONDOMINIO

Il tema del fumo passivo in condominio è complesso e richiede una gestione attenta per garantire il rispetto dei diritti di tutti i condòmini. Sebbene non esista una normativa specifica che regoli il fumo negli spazi privati, il principio della normale tollerabilità e il buon senso devono guidare le relazioni tra vicini. L’amministratore condominiale, in qualità di mediatore e gestore delle parti comuni, ha un ruolo fondamentale nel prevenire e risolvere i conflitti legati al fumo passivo in condominio, promuovendo la convivenza e il rispetto reciproco.

 

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Foto Agenzia Liverani